Luna d'inverno - Ilaria Varese
Trama:
Lunghi capelli bianchi, occhi azzurri e pelle color della luna. Gwenfyr Flannigain è una ragazza di Bristol, nata e cresciuta in una delle tante fattorie del Tennessee, dove vive insieme al fratello maggiore Chase e al padre Roderick. Una famiglia come tante, se non fosse per il fatto che sono licantropi di sangue puro da diverse generazioni. Eccetto lei, Gwen, che nonostante discenda come il fratello da un’antica stirpe di lupi, non ha mai subito la sua prima trasformazione. Ha 22 anni, ormai, e sa che non succederà più. Gwen è “difettosa”: condannata a vivere a metà tra il mondo degli umani e quello del branco, ma senza far realmente parte né di uno né dell’altro. Ma un evento sta per sconvolgere la sua vita: a meno di un mese dal suo compleanno – data che coincide con il solstizio d’inverno, il Winter Fe’, un periodo molto particolare per le creature mannare – suo padre, il capobranco, viene a conoscenza della morte dell’Alfa della contea confinante per mano di un licantropo sanguinario, Nicholas Hasson. L’accaduto mette in allerta tutti. Il branco è in pericolo. Gwen è in pericolo. E, presto, nulla sarà più come prima.
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Ho letto Luna d'inverno di Ilaria Varese. Storia molto avvincente, coinvolgente e scorrevole. E' il primo libro della saga urban fantasy Winter Fè. Protagonista è Gwenfyr Flannigain, una ragazza che abita a Bristol e frequenta il Kint Collage. Gwenfyr è nata in una famiglia di lupi mannari. Nel libro si parla anche di licantropi e delle loro leggi. Molto bella anche la cover.
Dal libro
Con un sospiro tremante, mi accorsi che stavo ricominciando a vivere soltanto ora. Non quel genere di vita piena di progetti da realizzare, ma semplicemente stavo ricominciando a fare cose. Vestirmi, mangiare, riflettere. Anche se sembravano gesti elementari da compiere, per me non lo erano più. Mi sembrava tutto così strano, così nuovo, così assurdo. Non mi piaceva per niente, ma da qualche parte avrei pure dovuto iniziare.
il compagno o la compagna è per la vita, perciò, dal momento che non è consuetudine per loro indossare anelli per una questione puramente pratica (durante la metamorfosi una collana o un braccialetto si possono spezzare, un anello no), si scambiano una cicatrice indelebile, di solito sulla spalla o alla base del collo, per dichiarare l’uno l’appartenenza all’altro
Esiste un livello X dentro ognuno di noi, oltrepassato il quale semplicemente si smette di soffrire. D’un tratto tutto cessa di avere importanza; il dolore diventa rabbia, e la rabbia si trasforma in indifferenza, verso gli altri, verso se stessi.
...l’invidia non è certo una cosa carina da serbare nel cuore
Era più facile per me pensare che avesse scelto di voltare pagina, di andare avanti con la sua vita senza guardarsi indietro. Alla solitudine ci si abitua. Al dolore, mai.
A volte ci si può sentire immensamente soli anche in un luogo pieno di gente. Ecco, quello era uno di quei momenti. Mi trovavo circondata dalle persone che consideravo più care al mondo, e mi sentivo sola. Sola e tradita.
Con un sospiro tremante, mi accorsi che stavo ricominciando a vivere soltanto ora. Non quel genere di vita piena di progetti da realizzare, ma semplicemente stavo ricominciando a fare cose. Vestirmi, mangiare, riflettere. Anche se sembravano gesti elementari da compiere, per me non lo erano più. Mi sembrava tutto così strano, così nuovo, così assurdo. Non mi piaceva per niente, ma da qualche parte avrei pure dovuto iniziare.
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