Un ricordo di bambina di Sari http://vocedivento.blogspot.com/
Natali lontani
di
© Sari
La mamma chiamò i suoi figli in cucina e diede loro la merenda: pane e marmellata di albicocche… quell’estate, l’albero del loro piccolo giardino era stato davvero generoso.
Aspettò che finissero il breve pasto.
-“Bambini, debbo dirvi qualcosa che riguarda il Natale. Sapete che il babbo è rimasto senza lavoro e...”-
-“Ma no mamma, il babbo va a lavorare tutte le mattine, come al solito.”-
-“Sì, va a spalare la neve dalle strade del centro cittadino ma il denaro è poco e noi dobbiamo risparmiare. Perciò, questo Natale non avremo il dolce e la Befana non verrà a portare caramelle.”-
-“Niente dolce? Non lo comperi mica il dolce, lo fai tu mamma.”- disse sicura la figlia più grande.
-“E la Befana? Lei non sa che il babbo non lavora.”- considerò quella di mezzo.
Il piccolo taceva, ma aveva l’espressione grave di chi sente, pur non comprendendo, che una catastrofe sta per abbattersi sul suo capo.
Il giorno terminò e il babbo tornò a casa stanco. Aveva il viso serio, la pelle arrossata e le dita delle mani anchilosate dal freddo.
Quella sera cenarono in silenzio… ognuno aveva i suoi pensieri ed i piccoli avvertivano il senso di cupo mistero che riguardava il lavoro del babbo… che guadagnava poco e pur tornava stanco.
Il giorno dopo, la madre disse alle figlie che aveva bisogno del loro aiuto e mandò il figlio minore a giocare in veranda.
-“Il babbo ed io abbiamo pensato che la Befana arriverà solo per vostro fratello.”- disse appena la porta si fu richiusa dietro il capo di riccioli accesi del figlio.”-
-“Perché?”- fu il grido unanime delle due bimbe.
-“Perché lui è troppo piccolo per una delusione così grande. Lui non sa che la Befana sono io e non capirebbe.”-
-“La Befana non sei tu!”- disse con forza una delle bimbe.
-“Lo sapevi dallo scorso anno – disse la mamma sgomenta – te lo rivelò la tua compagna di banco, ricordi? – insistette mettendo una mano sopra quella della sua bambina delusa.
-“Mamma, dimmi che stai scherzando, che la Befana non sei tu e che arriverà.” – insistette la bimba con voce tremula.
La mamma si alzò e, volgendo le spalle, disse che potevano andare a giocare anche loro.
Ma la tristezza, che aveva accarezzato il capo delle due bimbe, ora serrava forte il suo cuore.
Pochi giorni prima di Natale, arrivò il sacerdote con il solito pacco regalo per la famiglia. Era più abbondante del solito e c’era tutto l’occorrente perché la mamma potesse cucinare il dolce.
Quel regalo, ravvivò lo sguardo di tutti ed il Santo Natale fu allegro come il solito.
La vigilia dell’Epifania, la mamma ed il babbo ridevano e si accarezzavano con misterioso sguardo. Sembravano felicemente complici.
Nel mattino di festa, in casa regnava il silenzio e c’era un’aria come di attesa… sospesa.
La figlia maggiore sapeva che per lei non ci sarebbe stato nulla, la seconda pensava all’ipotesi che la mamma potesse essersi sbagliata… ma nessuna delle due parlò.
Svegliarono il fratellino e tutti insieme andarono in cucina.
Trovarono la madre indaffarata ed il padre occupato con la legna per la stufa.
Sul tavolo, tre calze di tulle colorato fecero esplodere di gioia tre piccole gole.
-“Mamma, ma avevi detto… “- cominciò la maggiore, sottovoce, sfiorando con mano leggera il fianco della madre.
-“Domani, ne parleremo domani.” – rispose lei con fare allegro – “Oggi è festa.”-
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